Descrizione
Taglio del nastro sabato 21 giugno per la nuova sede dell’Archivio comunale nei nuovi spazi di via Bersaglio 5. Un convegno dal titolo “Memorie di carta”, svoltosi poco prima al Tourist Infopoint ha permesso di ricostruire il lavoro che ha portato a questa inaugurazione e il valore di quanto conservato nei 14mila faldoni.
L’assessore agli Affari Generali Alessandra Borghetti così ha introdotto il convegno: “L’idea di conservare ci appartiene da quando eravamo piccoli, tutti hanno avuto una scatola in cui custodire biglie, cartoline, biglietti, matite. Adesso i più giovani e tutti noi abbiamo la possibilità di archiviare foto, email, messaggi sul nostro cellulare. L’idea dell’Archivio è in tutti. Ma non sono “fogli morti”, come pensano alcuni. Ci sono date, verbali, carte che parlano della storia della città, c’è tanta vita in questi fogli che non sono carta vuota. Il ricordo poi deve trasformarsi in storia e in conoscenza, per questo mi piacerebbe molto aprire le porte dell'Archivio alle scuole, a partire dalle primarie, perché i ragazzi, abituati ormai al digitale, che fanno fatica anche a immaginare cosa sia scrivere a mano, possano ricevere un grande dono e scoprire che archiviare non è schiacciare un semplice tasto. Ringrazio chi ha svolto questo immenso lavoro e credo che ora sia importante far sapere quanto impegno ci sia dietro la gestione dell’Archivio della nostra città”.
A coordinare il team che ha provveduto a rinnovare l’Archivio è stata la dirigente agli Affari Generali Emanuela Marcoccia, affiancata da Viviana Favino e Andrea Tabbia. “Ci tenevamo – ha esordito – a illustrare quanto fatto, da dove siamo partiti, dove siamo arrivati e dove vogliamo ancora arrivare, perché l'inaugurazione di oggi in realtà non segna la fine di un progetto, ma una parte del percorso, perché abbiamo ancora tanto lavoro da fare. La tenuta degli archivi avviene sotto la tutela della Soprintendenza Archivistica e Bibliotecaria della Lombardia, per questo avremo con noi Sara Anselmo, funzionario della Soprintendenza della Lombardia, al nostro fianco in questo percorso: la ringraziamo per la collaborazione sempre garantita”.
La dirigente Marcoccia ha aperto il suo intervento al convegno leggendo lo stralcio di un documento emerso anni fa in un fascicolo anagrafico durante le ricerche dell’insegnante Carmen Meloni, a caccia di informazioni sul nonno Pietro Meloni, deportato a Flossenbürg. Si tratta della lettera scritta dal Maggiore Ubaldo Pesapane, anche lui deportato nello stesso campo con cui informava la vedova della morte di Pietro Meloni comunicandole gli ultimi giorni di vita del marito e le condizioni tragiche vissute dai deportati. Questa lettera del 18 luglio 1945, di una copia è esposta al museo civico di Bolzano, è un esempio del valore storico culturale dei documenti custoditi nell’archivio del Comune di Rho. La lettera è stata esposta con molti altri testi all’inaugurazione in via Bersaglio.
“Le carte che conserviamo hanno un valore storico, culturale, ma anche giuridico probatorio. Non sempre raccontano vicende positive, ma aiutano a ricostruire l’identità di una comunità e della città, con le storie delle persone che l’hanno attraversata, conservando un valore molto importante anche per i giovani di oggi – ha evidenziato la dirigente - L’Archivio è un bene culturale ai sensi dell'articolo 10 del Codice del beni culturali. Per far comprendere il valore dei documenti in archivio abbiamo scelto di esporre alcuni dei documenti conservati, tra cui l’atto più antico datato 1791 o i risultati del referendum del 2 giugno 1946 che evidenziano come il numero delle donne – che votavano per la prima volta - fosse stato superiore rispetto al numero dei votanti uomini”.
L'archivio precedente era situato nei locali sotterranei adiacenti all'ex Scuola Marconi: “Esso non era più adeguato e in più, nel gennaio 2023, siamo stati informati della necessità di trasferire l'Archivio, perché la struttura che lo accoglieva dovrà essere abbattuta per far posto a un altro grande intervento. Il problema di dove collocare il tutto è diventato una splendida opportunità perché ci ha costretto a trovare una soluzione in tempi rapidi: mentre i colleghi dei Lavori pubblici si occupavano della ristrutturazione della nuova sede, è stata svolta un’attività di riordino e di censimento dei documenti prima del trasloco, con relativo scarto a norma di legge, curando anche la riorganizzazione di tutto il materiale in nuovi scaffali moderni e protetti. Riordinare tutto il materiale permette di aprire una nuova stagione, tra memoria e responsabilità. Una stagione fatta di valorizzazioni, aperture, narrazione. E’ importante che i ragazzi conoscano la storia del proprio territorio, che le fonti siano fruibili. Quando un bene culturale diventa familiare, allora sì che nasce il senso di appartenenza, si costruisce la coscienza civica, si educa al bene comune”.
Sara Anselmo, funzionaria della Soprintendenza Archivistica per la Lombardia, in videocollegamento da Torino, ha portato i saluti della soprintendente Annalisa Rossi, e dichiarato: “L'operazione che è stata fatta sull'Archivio di Rho è davvero importante, facciamo i complimenti per il risultato raggiunto. La Soprintendenza è un organo periferico del Ministero della Cultura e tutela gli organi di un territorio, come Comuni, Scuole, Ats, archivi di privati e fondazioni di interesse storico. Noi vigiliamo sull’Archivio comunale e sulla produzione dei documenti che fin dall'origine acquistano una valenza culturale e vanno conservati in modo corretto. Controlliamo le sedi fisiche, verifichiamo le procedure di scarto, perché non tutti i documenti devono essere conservati a tempo illimitato, ma possono anche essere scartati dopo un certo periodo. Per quanto riguarda la valorizzazione, si vigila su documenti prestati per mostre o altro, controllando le modalità di trasporto e conservazione. Controlliamo restauri, inventariazione. A Rho abbiamo supportato la ricerca di una sede idonea. I documenti erano stati già oggetto di un intervento di riordino, schedati e mappati dalla cooperativa CAeB. Sono di tipo storico, amministrativo, possono essere oggetto di ricerca su edifici, su persone, sulla storia del comune. E gli atti amministrativi possono essere consultati per varie ragioni. Per ristrutturare una casa, per il pagamento di tasse e contributi, etc”.
La Soprintendenza ha ritenuto idonea la sede di via Bersaglio dopo tutti i lavori svolti per garantire una temperatura e una umidità costante; finestre schermate per evitare che i documenti prendano troppa luce; sistemi di sicurezza adeguati; impianti elettrici e anti-incendio a norma; scaffalature che permettano di organizzare al meglio gli spazi. Una saletta permette la consultazione e la eventuale digitalizzazione dei documenti. “E’ stata creata – ha concluso Sara Anselmo – una casa idonea, una location che rispetta tutte le norme archivistiche e questo non è scontato perché molte Amministrazioni non ci badano. Mi complimento con tutti voi. Questo è un punto di partenza, ora si può pensare alla valorizzazione delle carte per renderle ancora più accessibili e utilizzarle per la conoscenza della storia locale”.
Giusy Galatà, Coordinatore tecnico del settore Archivi CAeB, Cooperativa Archivistica e Bibliotecaria, ha asserito che “il lavoro svolto è andato oltre le aspettative iniziali”: “Abbiamo oggi un ambiente confortevole, pieno di dotazioni tecnologiche che mettono in sicurezza tutto quel patrimonio. Vorrei puntare su tre parole: identità, apertura, innovazione. Identità è quello che noi siamo, nel bene e nel male. Ed è fondamentale per i ragazzi di oggi che girano l’Italia, l’Europa, il mondo. Per loro l’identità locale viene meno, ma se accentuiamo la conoscenza delle radici questo aiuterà a far sentire sempre di più cittadini d’Italia, d’Europa e del mondo. Abbiamo bisogno di raccontare la nostra storia, abbiamo bisogno di raccontarci, di inserirci in un percorso e di capire che quello che siamo oggi è racchiuso in tutte le scelte del passato.
L’apertura perché oggi questo patrimonio è più facilmente accessibile a chi vuole fruire di documenti e fare ricerche. Innovazione perché grazie alle nuove tecnologie l’Archivio non è solo memoria storica ma strumento di lavoro, perché le Amministrazioni parlano per atti non a parole”.
Presenti all’evento anche l’assessore ai Lavori Pubblici edifici Emiliana Brognoli, la dirigente Annapaola Menotti e l’ingegner Daniele Forcillo che hanno curato l’adeguamento del capannone già esistente insieme con l’architetto Francesco Pezzi. Accanto a loro anche l’assessore al Patrimonio Nicola Violante. L’investimento complessivo è stato pari a 650mila euro.
Il Sindaco Andrea Orlandi ha concluso ringraziando il team per la passione e la professionalità investite in questo lavoro: “L’Archivio rinnovato efficienterà i nostri processi interni e sarà più aperto alla città. La differenza la fa sempre quel pezzettino di cuore che uno mette nelle cose che fa: le competenze si acquisiscono, la passione no. Avere persone che ci hanno messo il cuore è stata una grande risorsa, ancora prima dei muri e degli armadi rotanti. Siamo a livelli alti con infrastrutture di valore. Ora possiamo visitare un Archivio bello e organizzato, che andrà ancora implementato sempre sotto la supervisione della Soprintendenza. Queste memorie di carta, fra l’altro, saranno vicine al cimitero, luogo della custodia del valore delle persone, in cui entriamo con rispetto e in silenzio. Ciascun foglio è stato prodotto da una persona: credo sia bello che le memorie umane e di carta siano vicine. Si intrecciano le storie, storie che spesso sono state determinate da un documento. Questo deve farci riflettere sul passato e sul presente”.
L’assessore agli Affari Generali Alessandra Borghetti così ha introdotto il convegno: “L’idea di conservare ci appartiene da quando eravamo piccoli, tutti hanno avuto una scatola in cui custodire biglie, cartoline, biglietti, matite. Adesso i più giovani e tutti noi abbiamo la possibilità di archiviare foto, email, messaggi sul nostro cellulare. L’idea dell’Archivio è in tutti. Ma non sono “fogli morti”, come pensano alcuni. Ci sono date, verbali, carte che parlano della storia della città, c’è tanta vita in questi fogli che non sono carta vuota. Il ricordo poi deve trasformarsi in storia e in conoscenza, per questo mi piacerebbe molto aprire le porte dell'Archivio alle scuole, a partire dalle primarie, perché i ragazzi, abituati ormai al digitale, che fanno fatica anche a immaginare cosa sia scrivere a mano, possano ricevere un grande dono e scoprire che archiviare non è schiacciare un semplice tasto. Ringrazio chi ha svolto questo immenso lavoro e credo che ora sia importante far sapere quanto impegno ci sia dietro la gestione dell’Archivio della nostra città”.
A coordinare il team che ha provveduto a rinnovare l’Archivio è stata la dirigente agli Affari Generali Emanuela Marcoccia, affiancata da Viviana Favino e Andrea Tabbia. “Ci tenevamo – ha esordito – a illustrare quanto fatto, da dove siamo partiti, dove siamo arrivati e dove vogliamo ancora arrivare, perché l'inaugurazione di oggi in realtà non segna la fine di un progetto, ma una parte del percorso, perché abbiamo ancora tanto lavoro da fare. La tenuta degli archivi avviene sotto la tutela della Soprintendenza Archivistica e Bibliotecaria della Lombardia, per questo avremo con noi Sara Anselmo, funzionario della Soprintendenza della Lombardia, al nostro fianco in questo percorso: la ringraziamo per la collaborazione sempre garantita”.
La dirigente Marcoccia ha aperto il suo intervento al convegno leggendo lo stralcio di un documento emerso anni fa in un fascicolo anagrafico durante le ricerche dell’insegnante Carmen Meloni, a caccia di informazioni sul nonno Pietro Meloni, deportato a Flossenbürg. Si tratta della lettera scritta dal Maggiore Ubaldo Pesapane, anche lui deportato nello stesso campo con cui informava la vedova della morte di Pietro Meloni comunicandole gli ultimi giorni di vita del marito e le condizioni tragiche vissute dai deportati. Questa lettera del 18 luglio 1945, di una copia è esposta al museo civico di Bolzano, è un esempio del valore storico culturale dei documenti custoditi nell’archivio del Comune di Rho. La lettera è stata esposta con molti altri testi all’inaugurazione in via Bersaglio.
“Le carte che conserviamo hanno un valore storico, culturale, ma anche giuridico probatorio. Non sempre raccontano vicende positive, ma aiutano a ricostruire l’identità di una comunità e della città, con le storie delle persone che l’hanno attraversata, conservando un valore molto importante anche per i giovani di oggi – ha evidenziato la dirigente - L’Archivio è un bene culturale ai sensi dell'articolo 10 del Codice del beni culturali. Per far comprendere il valore dei documenti in archivio abbiamo scelto di esporre alcuni dei documenti conservati, tra cui l’atto più antico datato 1791 o i risultati del referendum del 2 giugno 1946 che evidenziano come il numero delle donne – che votavano per la prima volta - fosse stato superiore rispetto al numero dei votanti uomini”.
L'archivio precedente era situato nei locali sotterranei adiacenti all'ex Scuola Marconi: “Esso non era più adeguato e in più, nel gennaio 2023, siamo stati informati della necessità di trasferire l'Archivio, perché la struttura che lo accoglieva dovrà essere abbattuta per far posto a un altro grande intervento. Il problema di dove collocare il tutto è diventato una splendida opportunità perché ci ha costretto a trovare una soluzione in tempi rapidi: mentre i colleghi dei Lavori pubblici si occupavano della ristrutturazione della nuova sede, è stata svolta un’attività di riordino e di censimento dei documenti prima del trasloco, con relativo scarto a norma di legge, curando anche la riorganizzazione di tutto il materiale in nuovi scaffali moderni e protetti. Riordinare tutto il materiale permette di aprire una nuova stagione, tra memoria e responsabilità. Una stagione fatta di valorizzazioni, aperture, narrazione. E’ importante che i ragazzi conoscano la storia del proprio territorio, che le fonti siano fruibili. Quando un bene culturale diventa familiare, allora sì che nasce il senso di appartenenza, si costruisce la coscienza civica, si educa al bene comune”.
Sara Anselmo, funzionaria della Soprintendenza Archivistica per la Lombardia, in videocollegamento da Torino, ha portato i saluti della soprintendente Annalisa Rossi, e dichiarato: “L'operazione che è stata fatta sull'Archivio di Rho è davvero importante, facciamo i complimenti per il risultato raggiunto. La Soprintendenza è un organo periferico del Ministero della Cultura e tutela gli organi di un territorio, come Comuni, Scuole, Ats, archivi di privati e fondazioni di interesse storico. Noi vigiliamo sull’Archivio comunale e sulla produzione dei documenti che fin dall'origine acquistano una valenza culturale e vanno conservati in modo corretto. Controlliamo le sedi fisiche, verifichiamo le procedure di scarto, perché non tutti i documenti devono essere conservati a tempo illimitato, ma possono anche essere scartati dopo un certo periodo. Per quanto riguarda la valorizzazione, si vigila su documenti prestati per mostre o altro, controllando le modalità di trasporto e conservazione. Controlliamo restauri, inventariazione. A Rho abbiamo supportato la ricerca di una sede idonea. I documenti erano stati già oggetto di un intervento di riordino, schedati e mappati dalla cooperativa CAeB. Sono di tipo storico, amministrativo, possono essere oggetto di ricerca su edifici, su persone, sulla storia del comune. E gli atti amministrativi possono essere consultati per varie ragioni. Per ristrutturare una casa, per il pagamento di tasse e contributi, etc”.
La Soprintendenza ha ritenuto idonea la sede di via Bersaglio dopo tutti i lavori svolti per garantire una temperatura e una umidità costante; finestre schermate per evitare che i documenti prendano troppa luce; sistemi di sicurezza adeguati; impianti elettrici e anti-incendio a norma; scaffalature che permettano di organizzare al meglio gli spazi. Una saletta permette la consultazione e la eventuale digitalizzazione dei documenti. “E’ stata creata – ha concluso Sara Anselmo – una casa idonea, una location che rispetta tutte le norme archivistiche e questo non è scontato perché molte Amministrazioni non ci badano. Mi complimento con tutti voi. Questo è un punto di partenza, ora si può pensare alla valorizzazione delle carte per renderle ancora più accessibili e utilizzarle per la conoscenza della storia locale”.
Giusy Galatà, Coordinatore tecnico del settore Archivi CAeB, Cooperativa Archivistica e Bibliotecaria, ha asserito che “il lavoro svolto è andato oltre le aspettative iniziali”: “Abbiamo oggi un ambiente confortevole, pieno di dotazioni tecnologiche che mettono in sicurezza tutto quel patrimonio. Vorrei puntare su tre parole: identità, apertura, innovazione. Identità è quello che noi siamo, nel bene e nel male. Ed è fondamentale per i ragazzi di oggi che girano l’Italia, l’Europa, il mondo. Per loro l’identità locale viene meno, ma se accentuiamo la conoscenza delle radici questo aiuterà a far sentire sempre di più cittadini d’Italia, d’Europa e del mondo. Abbiamo bisogno di raccontare la nostra storia, abbiamo bisogno di raccontarci, di inserirci in un percorso e di capire che quello che siamo oggi è racchiuso in tutte le scelte del passato.
L’apertura perché oggi questo patrimonio è più facilmente accessibile a chi vuole fruire di documenti e fare ricerche. Innovazione perché grazie alle nuove tecnologie l’Archivio non è solo memoria storica ma strumento di lavoro, perché le Amministrazioni parlano per atti non a parole”.
Presenti all’evento anche l’assessore ai Lavori Pubblici edifici Emiliana Brognoli, la dirigente Annapaola Menotti e l’ingegner Daniele Forcillo che hanno curato l’adeguamento del capannone già esistente insieme con l’architetto Francesco Pezzi. Accanto a loro anche l’assessore al Patrimonio Nicola Violante. L’investimento complessivo è stato pari a 650mila euro.
Il Sindaco Andrea Orlandi ha concluso ringraziando il team per la passione e la professionalità investite in questo lavoro: “L’Archivio rinnovato efficienterà i nostri processi interni e sarà più aperto alla città. La differenza la fa sempre quel pezzettino di cuore che uno mette nelle cose che fa: le competenze si acquisiscono, la passione no. Avere persone che ci hanno messo il cuore è stata una grande risorsa, ancora prima dei muri e degli armadi rotanti. Siamo a livelli alti con infrastrutture di valore. Ora possiamo visitare un Archivio bello e organizzato, che andrà ancora implementato sempre sotto la supervisione della Soprintendenza. Queste memorie di carta, fra l’altro, saranno vicine al cimitero, luogo della custodia del valore delle persone, in cui entriamo con rispetto e in silenzio. Ciascun foglio è stato prodotto da una persona: credo sia bello che le memorie umane e di carta siano vicine. Si intrecciano le storie, storie che spesso sono state determinate da un documento. Questo deve farci riflettere sul passato e sul presente”.
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Ultimo aggiornamento pagina: 23/06/2025 14:36:13