Giardino dei Giusti

Un luogo di onore e di memoria per ricordare le persone che hanno salvato o cercato di salvare altre vite umane dalle persecuzioni e dai genocidi. Il giardino si trova in via Redipuglia dietro al cimitero

Descrizione

Un luogo di onore e di memoria per ricordare le persone che hanno salvato o cercato di salvare altre vite umane dalle persecuzioni e dai genocidi.
Il giardino si trova in via Redipuglia dietro al cimitero

Documenti

Sindaco della Liberazione
Sindaco della Liberazione
Bastonati, torturati, incarcerati, condannati dai Tribunali speciali, non abbiamo mai rinunciato ai nostri ideali, alla nostra lotta, pagando caramente il duro contributo per guidare il popolo alla Resistenza, alla riscossa. Sia dunque la Resistenza vigilante, sia e ritrovi la sua forza unitaria perché la pace nel mondo trionfi, perché la guerra sia bandita
(dal discorso tenuto da Agostino Casati in Consiglio comunale il 24 aprile 1965)

Partigiano, politico, antifascista della prima ora. Combattente nella guerra civile spagnola e presidente del Comitato di Liberazione Nazionale di Rho. Sindaco nel 1945.

Missionaria cattolica al servizio dei più deboli 

 per me ogni volta fonte di meraviglia e motivo di gioia scoprire quanto i bambini siano identici (non si tratta di semplice somiglianza) sotto tutti i cieli: stesse risate, stessi capricci, stessi bronci, stesse moine, stessi pianti, stesse fantasie, stessi entusiasmi, stessi giochi".

Premio Nansen per i Rifugiati dell’UNCHR, Agenzia ONU, nel 2003. Spese la sua vita al servizio dei poveri, degli ammalati, delle donne e dei bambini in Kenya e Somalia. Uccisa a colpi d'arma da fuoco da un commando islamico somalo (chiamato Al-Itihaad al-Islamiya) nell'ospedale da lei stessa fondato a Borama, in Somalia. Ragazzi della scuola Paolo VI hanno letto alcuni suoi scritti da cui emerge la sua volontà di “spendersi fino in fondo” in una umiltà fuori dai riflettori, “tra una schiera di poveri senza nome”.
I partigiani mazzesi caduti per la libertà e la giustizia

"Non si può non essere grati a due giovani che avendo tutta la vita davanti non esitarono a metterla a repentaglio per perseguire grandi ideali e il bene comune, relegando in secondo piano le aspettative personali".

Tra i primi giovani di Rho e del suo circondario ad aderire alle formazioni partigiane sorte per combattere il nazifascismo e il fascismo. Furono contro lo sfruttamento dei grandi proprietari terrieri a danno dei contadini poveri e dei braccianti. Attivi nel rhodense e poi nell’Oltrepò pavese. Caddero in combattimento a sostegno della Resistenza.
Alto esempio di sacrificio nella lotta per la Libertà
Alto esempio di sacrificio nella lotta per la Libertà
Noi sapremo anche ricostruire le cose libere da tutte quelle contraddizioni e da tutte quelle imposizioni che ci sono state imposte da un ventennio tirannico"

Padre e figlio, uniti nella resistenza al regime fascista. Giorgio, uomo di grandi principi etici, avverso al fascismo e alla sua ideologia violenta, muore di stenti nel campo di Mauthausen. Giancarlo, comandante di un gruppo di partigiani, muore fucilato ad Erba. È la prima Medaglia d’Oro al Valor Militare della Resistenza.

La Rosa Bianca per l'opposizione non violenta

"Ma se un uomo non ha più la forza di reclamare i propri diritti, allora sì che egli deve inevitabilmente perire. Meriteremmo di essere dispersi per il mondo, come polvere al vento, se non ci sollevassimo in questa ultima ora, ritrovando finalmente il coraggio che ci è mancato fino ad oggi". 

Appartenente al movimento contro il nazismo della “Rosa Bianca” e del “Gruppo studenti di Monaco”. Fu arrestato insieme a Christoph Probst e alla sorella Sophie (ugualmente ricordata al Giardino dei giusti rhodense), torturato, ghigliottinato nel cortile della prigione di Stadelheim a Monaco. A leggerne la storia studenti dell’Istituto Puecher-Olivetti.

Filantropo e salvatore di giovani vite
Filantropo e salvatore di giovani vite
Nella tua vita non accontentarti di non fare del male, ma preparati ogni giorno a fare del bene.”

Operatore inglese di Borsa, nel 1939 organizzò a distanza la fuga in treno di 669 bambini ebrei da Praga a Londra. Winton si preoccupò di sistemare i bambini in famiglie inglesi: la maggior parte dei loro genitori sarebbe morta nei campi di sterminio. L'operazione, denominata Kindertransport, divenne nota solo nel 1988, quando incontrò in tv molte delle persone salvate grazie al suo lavoro.

Attivista per la pace e i diritti delle donne
Attivista per la pace e i diritti delle donne
Noi, donne israeliane e palestinesi, appartenenti a gruppi sociali diversi, siamo unite dall’aspirazione umana a un futuro di pace, libertà, uguaglianza, diritti e sicurezza per i nostri figli e le prossime generazioni. Noi crediamo che la maggioranza dei popoli delle nostre nazioni condivida le stesse aspirazioni.”
(tratto da Mother’s call)

Fondatrice del movimento Women Wage Peace, ha dedicato la sua vita al dialogo tra israeliani e palestinesi, all’organizzazione di progetti umanitari a Gaza e all’emancipazione femminile. Il 4 ottobre 2023 partecipa alla grande marcia di Gerusalemme di donne palestinesi e israeliane, unite per chiedere la pace. Pochi giorni dopo viene uccisa nell'attentato di Hamas al kibbutz di Beeri, dove viveva.

Combattente solitario contro i genocidi

“La mia coscienza mi chiama ad essere testimone. Io sono la voce degli esiliati che grida nel deserto.”

Biografia

Armin Theophil Wegner (Elberfeld, 16 ottobre 1886 – Roma, 17 maggio 1978) è stato un militare paramedico tedesco nella Prima Guerra Mondiale, un autore prolifico e attivista per i diritti umani. Wegner è stato un testimone del Genocidio del Popolo Armeno e le fotografie da lui prese documentano la drammatica situazione degli Armeni. Negli anni successivi alla Prima Guerra Mondiale, Wegner ha anche manifestato la propria opposizione, a rischio della propria vita, alle politiche anti-semitiche dei nazisti. Nel 1933, ha scritto un appello ad Adolf Hitler a nome degli ebrei residenti in Germania. Poco dopo la pubblicazione della lettera, Wegner è stato arrestato dalla Gestapo, imprigionato e torturato. Fu successivamente internato nei campi di concentramento nazisti, tra gli altri a Oranienburg, Börgermoor e Lichtenburg; dopo il suo rilascio fuggì a Roma, dove assunse lo pseudonimo Percy Eckstein per nascondere la sua identità. Wegner è stato insignito del più alto Ordine al Merito dal Governo Federale Tedesco nel 1956.

Per approfondimenti ecco la bibliografia: La lettera a Hitler. Storia di Armin T. Wegner, combattente solitario contro i genocidi del Novecento, di Gabriele Nissim, Mondadori, Milano 2015.


Mise in salvo 5000 ebrei

C'era della gente che era in pericolo di morire e bisognava fare qualche cosa. Avendo la possibilità di farlo, l'ho fatto”

BIOGRAFIA

Giorgio Perlasca
(Como, 31 gennaio 1910 – Padova, 15 agosto 1992) è stato un commerciante italiano. La sua è la straordinaria vicenda di un uomo che nell’inverno del 1944-1945 a Budapest riuscì a salvare dallo sterminio nazista migliaia di ungheresi di religione ebraica inventandosi il ruolo di Console spagnolo, lui che non era né diplomatico né spagnolo. Se non fosse stato per alcune donne ebree ungheresi da lui salvate in quel terribile inverno di Budapest, la sua storia sarebbe andata dispersa. Queste donne, a fine degli anni ’80, misero sul giornale della Comunità Ebraica di Budapest un avviso di ricerca di un diplomatico spagnolo, Jorge Perlasca, che aveva salvato loro e tanti altri correligionari durante quei mesi terribili della persecuzione nazista a Budapest e alla fine della ricerca ritrovarono un italiano di nome Giorgio Perlasca: la sua storia è stata così conosciuta e ora il suo nome si trova a Gerusalemme, tra i Giusti fra le Nazioni, e un albero a suo ricordo è piantato sulle colline che circondano il Museo dello Yad Vashem. La sua vita dimostra come per ogni individuo è sempre possibile fare delle scelte alternative anche nelle situazioni peggiori, in cui l’assassinio è legge di stato e il genocidio parte di un progetto politico.

Per approfondimenti ecco la bibliografia: Enrico Deaglio, La banalità del bene. Storia di Giorgio Perlasca.
Rifiutò di salvarsi per aiutare chi soffriva.

"Credo di poter sopportare e accettare ogni cosa di questa vita e di questo tempo. E quando la burrasca sarà troppo forte e non saprò più come uscirne, mi rimarranno sempre due mani giunte e un ginocchio piegato. È un gesto che a noi ebrei non è stato tramandato di generazione in generazione. Ho dovuto impararlo a fatica. Com’è strana la mia storia – la storia della ragazza che non sapeva inginocchiarsi. O con una variante: della ragazza che aveva imparato a pregare. È il mio gesto più intimo, ancor più intimo dei gesti che ho per un uomo."

Dal Diario. 10 ottobre 1942 (sabato sera)

BIOGRAFIA

Esther Hillesum
detta Etty (Middelburg, 15 gennaio 1914 – Auschwitz, 30 novembre 1943) è stata una scrittrice olandese ebrea vittima dell'Olocausto. Si laureò in giurisprudenza all'Università di Amsterdam, l'ultima città dove abitò. Si iscrisse anche alla facoltà di lingue slave, ma, a causa della guerra , dovette interrompere i suoi studi. Concluse invece il percorso di lingua e letteratura russa. All'inizio della guerra si interessò della psicologia analitica junghiana. Fra il 1941 e il 1943 tenne un diario che nel 1981 è stato pubblicato dapprima in Olanda e poi ebbe varie edizioni in altre lingue. Nel 1942, lavorando come dattilografa presso una sezione del Consiglio Ebraico, ebbe anche la possibilità di salvarsi, ma decise, forte delle sue convinzioni umane e religiose, di condividere la sorte del suo popolo.


Per approfondimenti ecco la bibliografia: Gerrit Van Oord, L'esperienza dell'Altro. Studi su Etty Hillesum, Apeiron Editori, Sant'Oreste 1990.



Il campione che salvò gli ebrei

“Il bene si fa, ma non si dice. E certe medaglie si appendono all'anima, non alla giacca.”

BIOGRAFIA

Gino Bartali
(Ponte a Ema, 18 luglio 1914 – Firenze, 5 maggio 2000) è stato un grandissimo campione di ciclismo legato ad alcune delle imprese più leggendarie del nostro sport e successivamente dirigente sportivo italiano. Professionista dal 1934 al 1954, soprannominato Ginettaccio, vinse tre Giri d'Italia (1936, 1937, 1946) e due Tour de France (1938, 1948), oltre a numerose altre corse tra gli anni trenta e cinquanta, tra le quali spiccano quattro Milano-Sanremo e tre Giri di Lombardia. La carriera di Bartali fu notevolmente condizionata dalla seconda guerra mondiale, sopraggiunta proprio nei suoi anni migliori.
Secondo alcune fonti che circolano dalla fine degli anni '70, Bartali trasportò, all'interno dei tubi del telaio della sua bicicletta, documenti falsi e fotografie, in modo che una stamperia segreta potesse poi falsificare i documenti necessari alla fuga di ebrei rifugiati. Questa attività è nata dalla sua collaborazione con l'organizzazione clandestina DELASEM (Delegazione per l’Assistenza degli Emigranti Ebrei), che a Firenze era diretta dal rabbino Nathan Cassuto e dall'arcivescovo della città Elia Angelo Dalla Costa. Nel maggio del 2005 il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi consegnò alla moglie di Bartali, Adriana Bani, la Medaglia d'oro al valore civile (postuma) allo scomparso campione per avere contribuito a salvare circa 800 ebrei durante la seconda guerra mondiale fra il settembre 1943 e il giugno 1944 .
Bartali, durante gli ultimi mesi dell'occupazione tedesca, diede inoltre ospitalità alla famiglia di ebrei istriani Goldenberg in una cantina di sua proprietà.
Il 2 ottobre 2011 fu inserito tra i “Giusti dell’Olocausto” nel Giardino dei Giusti del Mondo di Padova, mentre il 23 settembre 2013 venne dichiarato “Giusto tra le Nazioni” dallo Yad Vashem, l’Ente nazionale per la Memoria della Shoah.

Per approfondimenti ecco la bibliografia: Tutto sbagliato, tutto da rifare, Milano 1979.


La "Rosa Bianca" che sfidò il nazismo

«Come possiamo aspettarci che la giustizia prevalga quando non c'è quasi nessuno disposto a dare se stesso individualmente per una giusta causa? È una giornata di sole così bella, e devo andare, ma che importa la mia morte, se attraverso di noi migliaia di persone sono risvegliate e suscitate all'azione?»

BIOGRAFIA

Sophie Magdalena Scholl
 (9 maggio 1921 – 22 febbraio 1943) era una studentessa universitaria tedesca, che fu condannata per tradimento e giustiziata per propaganda contro il regime nazista. Faceva parte della “Rosa Bianca” (“Weiße Rose”), gruppo di resistenza passiva contro la dittatura del nazionalsocialismo formato da studenti e basato e basato su valori cristiani. Il gruppo era formato da studenti dell’università di Monaco che credevano nella non violenza e speravano che l’Europa si unisse a loro nella lotta per i principi di tolleranza e giustizia. Purtroppo questi valori non ebbero la meglio sul regime nazista e nemmeno sugli oppositori ad esso. Tantoché nel 1943 venne scoperta mentre distribuiva volantini insieme al fratello Hans. I due vennero denunciati e fatti arrestare. Una volta interrogati dalla Gestapo -polizia segreta tedesca- e riconosciuti colpevoli di alto tradimento, furono processati, condannati a morte e impiccati. Non tradirono mai gli altri ragazzi appartenenti alla Rosa Bianca e si addossarono ogni responsabilità. Le loro gesta sono simbolo della lotta per la salvaguardia della libertà e dei diritti umani.

Per approfondimenti ecco la bibliografia: Annette Dumbach e Jud Newborn, Storia di Sophie Scholl e della Rosa bianca, Torino, Lindau, 2008

“Se ciascuno di noi facesse il suo pezzettino, ci troveremmo in un mondo più bello senza neanche accorgercene” Teresa Sarti

“I diritti degli uomini devono essere di tutti gli uomini, proprio di tutti, se no chiamateli privilegi” Gino Strada

Fondatori della ONG Emergency
Nel 2002 il consiglio comunale di Rho conferisce a Gino Strada la cittadinanza onoraria: aveva lavorato infatti per una decina di anni all’Ospedale di Rho, dove era stato apprezzato per la sua professionalità e per le sue straordinarie doti umane.
Gino Strada e Teresa Sarti sono i fondatori della ong Emergency.
Gino Strada, nato come la moglie Teresa a Sesto San Giovanni, cresce in un ambiente sensibile alla realtà sociale. Dopo la laurea in Medicina e chirurgia all’Università Statale di Milano nel 1978, all’età di trent’anni si specializza in Chirurgia d’urgenza e negli anni 90 in Chirurgia cardiopolmonare, lavorando presso  molte università della Croce Rossa in varie zone di conflitto: Pakistan, Etiopia, Perù,Afghanistan, Angola, Somalia e Bosnia-Erzegovina. Grazie a questa esperienza sul campo, i coniugi Strada e un gruppo di colleghi decidono di fondare Emergency, un’associazione umanitaria internazionale nata per portare aiuto alle vittime civili delle guerre e della povertà. Da allora Emergency ha portato interventi umanitari in 20 Paesi e ha curato 12 milioni di persone, costruendo presidi sanitari di vario tipo: ospedali, centri chirurgici, centri di riabilitazione per le vittime della guerra e delle mine antiuomo, centri pediatrici, poliambulatori.  L’impegno costante dei due fondatori contro la guerra si è manifestato con numerose attività culturali, sociali e divulgative per sviluppare una cultura di pace diffusa. Numerosi sono i riconoscimenti internazionali ricevuti dai coniugi Strada e da Emergency: nel 2001 Strada ha vinto il premio Colombe d’Oro per la Pace, assegnato dall’Archivio disarmo, nel
2015 ha ricevuto il Right Livelihood Award con la seguente motvazione: per la sua grande umanità e la sua capacità di offrire assistenza medica e chirurgica di eccellenza alle vittime della guerra e dell’ingiustizia, continuando a denunciare senza paura le cause della guerra. Nel 2017 a Seul ha ottenuto il riconoscimento del SunHak Peace Prize, un premio per la pace istituito nel 2015 dalla signora Hak Ja Han Moon, moglie del defunto Sun Myung Moon, fondatore del Movimento dell’Unificazione.

Soccorritore di naufraghi

"Quelle urla che salivano dall’acqua mi sembravano gabbiani, invece erano uomini”

BIOGRAFIA

Vito Fiorino
, nato a Bari ma cresciuto a Milano (Sesto San Giovanni), è un falegname e pescatore per passione. Il 3 ottobre 2013 è stato soccorritore durante una delle terribili tragedie del nostro mare, a Lampedusa. Fiorino era in attesa dell’alba per uscire a pesca con un suo amico e si è trovato circondato da naufraghi che urlavano disperatamente chiedendo aiuto - “Quelle urla che salivano dall’acqua mi sembravano gabbiani, invece erano uomini”. I profughi erano in acqua da 4 ore, cominciò a issare a bordo con l’aiuto dell’amico quante più persone possibili, fino a rischiare il ribaltamento dell’imbarcazione. Dopo aver dato l’allarme alla Capitaneria di porto, condusse le 47 persone salvate sulla terra ferma (46 uomini e una donna), strappandole a morte certa, destino che purtroppo ha segnato la vita di 368 persone. Questo episodio ha colpito profondamente Fiorino, che non ha mai smesso di lanciare appelli per un maggiore impegno delle istituzioni nella questione dei migranti. Proprio da quella tragedia è nato l’impegno di Mediterranean Hope, programma migranti e rifugiati della FCEI Federazione delle chiese evangeliche in Italia, sull’isola, e da lì hanno preso le mosse anche i corridoi umanitari.
Vito è una delle voci di Lampedusa, è in contatto con i sopravvissuti e le loro famiglie, e ogni 3 ottobre partecipa alle commemorazioni, oltre che girare l’Italia, soprattutto le scuole, per raccontare e testimoniare ciò che accadde. A lui è stato anche intitolato un albero nel “Giardino dei Giusti”, a Civitavecchia. Vito Fiorino è stato un uomo simbolo di generosità. Il suo è stato un gesto di coraggio raramente eguagliabile e che in pochissime circostanze può essere raccontato.
A lui Netflix ha dedicato un serie composta da quattro puntate, ispirate al libro del pontefice Sharing the Wisdom of Time (La saggezza del tempo), con Papa Francesco nelle vesti di narratore



“Fare l’ambasciatore è un po’ come una missione.
Quando sei un rappresentante delle istituzioni hai il dovere morale di dare l’esempio”


Biografia
Luca Attanasio, nato a Saronno nel 1977 e cresciuto a Limbiate, entrato al Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, svolge diversi incarichi diplomatici  dal 2004 al 2010, e nel 2015 viene nominato primo consigliere dell’ambasciata d’Italia ad Abuja in Nigeria. Fortemente convinto che la diplomazia possa contribuire al raggiungimento della pace nel mondo, nel 2017, a soli 40 anni, diviene Capo Missione a Kinshasa, nella Repubblica Democratica del Congo, alla cui guida è riconfermato nell’ottobre 2019 come Ambasciatore straordinario.

Sensibile alle varie emergenze sociali del continente africano, nonché attivo in molti programmi di aiuto promossi dalla Comunità di Sant’Egidio, parallelamente agli impegni diplomatici, è 
impegnato assieme alla moglie Zakia Seddiki in progetti umanitari in aiuto alla società civile africana: insieme  danno vita all’associazione benefica Mama Sofia che sostiene i bambini di strada congolesi e garantisce assistenza alle madri in situazioni di grave  disagio e difficoltà economica. Nell’ottobre del 2020 riceve il 
Premio internazionale Nassiriya per la Pace per il suo impegno volto alla salvaguardia della pace tra i popoli assieme alla moglie Zakia, per aver contribuito alla realizzazione di importanti progetti umanitari, distinguendosi per l’altruismo, la dedizione e lo spirito di servizio a sostegno delle persone in difficoltà. 
Il 22 febbraio 2021 il convoglio del Programma alimentare mondiale diretto a Rutshuru, sul quale Attanasio viaggia assieme ad altre sei persone, giunto nei pressi di Kibumba, al confine con il Ruanda, viene attaccato da alcuni uomini armati: ferito gravemente all’addome, Attanasio muore poco dopo all’ospedale dell’ONU di Goma. Oltre a lui, vengono uccisi l’autista del convoglio Mustapha Milambo e il carabiniere della scorta 
Vittorio Iacovacci.
Nel marzo 2021 gli è stato tributato il premio ISPI (Istituto per gli studi di politica internazionale), con una cerimonia alla quale hanno partecipato alte figure istituzionali, che ne hanno onorato l’opera e la carriera diplomatica. Il 20 dicembre 2021 il presidente Mattarella ha consegnato alla figlia Sofia la Gran Croce d’Onore dell’Ordine della Stella d’Italia con cui è stato decorato postumo.
“Poco importa se non riesci ad aiutare il prossimo come vorresti. L’importante, nella vita, è l’averci almeno provato"





“Donna, vita e libertà

Medica iraniana che curava i manifestanti feriti
In rappresentanza delle donne iraniane che lottano contro il regime autoritario del loro Paese.
A 36 anni, Aida è stata torturata e uccisa a Teheran dalle forze di sicurezza iraniane per aver fatto ciò che ogni medico del mondo si impegna a fare: salvare vite e curare i feriti.

درک یم هجلاعم ار حورجم ناضتعم هک ناریا تکد. متسر ادیآ
میژر هیلع هک ناریا نانز زا گدنیامن هب. یدازآ گدنز نز
دننک یم هزرابم ناشروشک یدادبتس
تینما یاهوتن طسوت دش هتشک و هجنکش هک تقو تشاد لاس ۳۶ و
یم ماجنا این رد دهعتم کشزپ ره هک یاهراک لیلد هب یمالسا یروهمج
ناحورجم هجلاعم و ناج تاجن: دهد
Attivista per l’istruzione delle ragazze

“Prendiamo in mano i nostri libri e le nostre penne. Sono le nostre armi più potenti. Un bambino, un insegnante, un libro e una penna possono cambiare il mondo.”

BIOGRAFIA

Malala Yousafzai (Mingora, 12 luglio 1997) è un'attivista pakistana che lotta per l’affermazione dei diritti all’istruzione e civili delle donne della città di Mingora, in Pakistan. All'età di 13 anni divenne celebre per il blog, nel quale documentava il regime dei talebani pakistani, contrari ai diritti per la quale lottava. Nel 2012 è stata gravemente colpita alla testa da uomini armati saliti a bordo dello scuolabus, su cui lei tornava a casa da scuola. Ricoverata nell'ospedale militare di Peshawar, è sopravvissuta all'attentato dopo la rimozione chirurgica dei proiettili. Il 12 luglio 2013, parla al Palazzo di Vetro a New York, lanciando un appello all'istruzione delle bambine e dei bambini di tutto il mondo. Grazie alle sue coraggiose gesta ha ottenuto diversi riconoscimenti, tra cui il Premio Nobel per la Pace nel 2014.

Per approfondimenti ecco la bibliografia: Io sono Malala. La mia battaglia per la libertà e l'istruzione delle donne, con Christina Lamb, Milano, Garzanti, 2013.


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