Descrizione
“Durante il giorno spesso mi annoio ma devo seguire “le regole”; le emozioni che sto provando sono varie ma prevalgono la tristezza per la mancanza dei miei compagni di classe, degli amici e delle amiche e anche dei parenti. Come trascorro la mia giornata? Me ne sto lì a fissare oltre la finestra e a vedere cosa succede fuori:tutto è più o meno immobile. All’inizio pensavo che era divertente stare a casa ma col passar del tempo non è stato così: mi mancano le mie giornate pre-Covid, erano più divertenti invece ora devo stare a casa”.
Così scrive Wendy nel suo diario il 27 aprile. Wendy è una delle studentesse della scuola secondaria di primo grado Franceschini di via Tevere che affida le emozioni contrastanti di questo periodo al suo diario.
Le riflessioni sono tratte dal quaderno del progetto triennale “Alla scoperta dell’io e degli altri”, dove i ragazzi e le ragazze annotano le loro emozioni e i sentimenti che si avvicendano durante l’importante triennio della scuola secondaria di primo grado.
“Sono pagine che ci danno il senso di quello che stanno vivendo i nostri ragazzi in questo periodo per tutti indimenticabile. – dice la professoressa Clelia La Palomenta - Manca molto la classe reale con le relazioni interpersonali docente –alunno, alunno-alunno ma nonostante le mille resistenze e difficoltà iniziali tutti noi, docenti, alunni e genitori ci siamo attivati per rendere la classe virtuale più reale possibile , facendo del primo principio del Manifesto della comunicazione non o-stile “VIRTUALE è REALE” il nostro credo in questa nuova realtà che ha investito tutti quanti noi di nuove responsabilità. Voglio ringraziare i genitori degli alunni che stanno accompagnando in silenzio e con dignitosa partecipazione i loro figli in questo percorso, aiutandoli laddove sia noi sia loro non riusciamo da soli, non solo con l’invio dei compiti che comunque vengono assegnati perché importante riscontro reciproco di questa nuova modalità d’insegnamento-apprendimento.
Io personalmente, ormai “veterana” della scuola come insegnante, ho sempre ritenuto prioritario come facilitatore di apprendimento la costruzione della relazione con la classe, laddove ogni alunno diventa un tassello importante con la sua individualità, la sua storia personale. Non nascondo che inizialmente ho avvertito questo vuoto, soprattutto con la classe prima che avevo conosciuto a settembre, meno con la seconda con la quale il grande lavoro svolto l’anno precedente è stato di grande aiuto anche in questi mesi. Mai come in questo momento ci siamo resi conto che ciò che rende ricca la nostra vita sono le ralazioni e favoriamo questa consapevolezza negli studenti perché custodiscano i nuovi modi di essere e fare scuola insieme, le relazioni modificate ma non interrotte e la certezza che è sempre possibile e bello imparare dalla vita e dai libri.
Istruzione, rispetto, fiducia, attenzione, collaborazione aiutano sempre a costruire ponti.
Nonostante le difficoltà oggettive legate alla tecnologia, e perché no qualche difficoltà individuale che abbiamo cercato di superare, abbiamo sperimentato le diverse modalità di fare didattica on line, dove ognuno di noi ha messo in campo il proprio sapere, anche digitale e l’ha messo a disposizione dell’altro. Con l’utilizzo dei diversi programmi, dal più semplice word al power point,a exel abbiamo cercato di rendere più appetibili le nostre video lezioni e i nostri compiti. E vi assicuro che non è facile con la matematica e le scienze. Ma ci siamo anche divertiti facendo esperimenti on line da riproporre ai compagni in classe e spesso riproponendo la spiegazione di una lezione da parte dell’alunno. La classe capovolta è una strategia educativa che ha sempre funzionato anche nella vita reale: rendere l’alunna/o protagonista è importante; non deve essere un ascoltatore passivo (dietro lo schermo lo perdi di sicuro!) ma deve essere l’attore principale, il protagonista”.
Tra le pagine del diario di questi giorni particolari c’è anche la poesia di Sabina, classe seconda A.
L’arcobaleno
Nel cielo,nella fontana o in una cascata
l’arcobaleno può nascere anche tra una nuvola arrabbiata.
Dopo una tempesta o un temporale,
l’arcobaleno quando scende non si fa male.
Formato da rosso,giallo e altri colori,
quelli migliori,
può rappresentare pace,speranza e armonia,
il simbolo della nostra fantasia.
( Sabina , 2°A)
A cura di
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Ultimo aggiornamento pagina: 27.05.2020 17:06:14