Festa della Repubblica: il discorso del Sindaco Andrea Orlandi

Di seguito le parole del Sindaco Andrea Orlandi per la Festa della Repubblica: “Carissime concittadine e carissimi concittadini, desidero rivolgere a tutti voi presenti un caloroso saluto, come anche alle Autorità militari, civili e religiose,...
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3 июня 2022

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Di seguito le parole del Sindaco Andrea Orlandi per la Festa della Repubblica:

Carissime concittadine e carissimi concittadini,

desidero rivolgere a tutti voi presenti un caloroso saluto, come anche alle Autorità militari, civili e religiose, alle professioni sociosanitarie ed a tutte le associazioni che hanno voluto partecipare questa sera al Concerto per la Festa della Repubblica, la Festa di tutti noi italiani. Ritorniamo finalmente di nuovo in piazza a tre anni di distanza davanti al nostro municipio, la casa di noi tutti.

Un sentito ringraziamento al Corpo Musicale Santa Cecilia di Passirana ed al Maestro Luigi Bascapè per questo bellissimo concerto, un omaggio alla nostra città.
Infine un particolare saluto ai già Sindaci presenti questa sera a cui abbiamo voluto simbolicamente consegnare l’annuario del Comune di Rho che racchiude la storia amministrativa della nostra città proprio a partire dal 1946, anno in cui è nata la nostra Repubblica che oggi festeggiamo.

Leggendo l’Annuario è interessante vedere come le nostre istituzioni democratiche cittadine abbiano visto davvero tantissimi rhodensi impegnarsi per la nostra città. L’indice dei nomi che trovate in fondo dà proprio il senso di come una comunità si regge sull’impegno e sul servizio di tante persone e professionalità che hanno con dedizione e impegno civico donato la proprie energie al nostro comune.

Tutto questo impegno è frutto di ciò che accadde 76 anni fa quando le italiane (che per la prima volta parteciparono al voto) e gli italiani scelsero la Repubblica, eleggendo contemporaneamente l’Assemblea Costituente che approvò la nostra Costituzione intrisa in ogni sua parte dei valori di libertà, giustizia, uguaglianza fra gli uomini e fratellanza tra i popoli. Quella Costituzione sulla quale poggia il nostro vivere democratico e che ancora oggi costituisce il fondamento della nostra convivenza civile.
Non fu però un inizio facile, settantasei anni fa. L’Italia era divisa: la Repubblica aveva prevalso per due milioni di voti, ma il risultato non era stato omogeneo e, in un Paese in ginocchio dal conflitto mondiale, c’era il rischio che si innescasse una guerra civile.

Fu proprio la scelta repubblicana però il presupposto che rese possibile radicare, nel sentimento profondo del popolo, le ragioni di una unità e di una coesione più forti, favorendo il dispiegarsi di nuove energie e di nuovi protagonisti nella vita pubblica. Questa vitalità animò e sostenne la straordinaria stagione costituente, capace di cogliere e interpretare le speranze, le attese, le aspirazioni degli italiani.

Per celebrare la Repubblica dobbiamo partire da qui: dalle donne e dagli uomini della Costituente, dalla loro lungimiranza, dal coraggio con cui seppero cercare e trovare nuovi punti di sintesi. Ma questo non è sufficiente perché la Repubblica è, anzitutto, la storia degli italiani e della loro libertà. È la storia del formarsi e del crescere di una comunità.

Ricorda Marisa Rodano, unica parlamentare oggi vivente della prima Legislatura della Repubblica Italiana, intervistata lo scorso anno all’interno di un progetto di raccolta di testimonianze del 2 giugno 1946: “Fu una giornata allegra, di grande soddisfazione. Andai a votare con mio marito Franco in un seggio dalle parti dell’Aventino. C’erano file piuttosto lunghe. Scegliere la Repubblica voleva dire scegliere la democrazia e i diritti individuali. C’era stato un legame stretto tra la casa reale e il fascismo. Inoltre era la prima volta che le donne votavano a livello nazionale, e quindi anch’io!”. Marisa Rodano è stata partigiana, deputata, senatrice, europarlamentare e tra le fondatrici dell’Unione Donne Italiane. Aveva 25 anni quando andò a votare. E’ sulle spalle e sulle gambe di tante donne come lei che la nostra Repubblica si costruì. E come lei tante altre persone, proprio come nella nostra città. Quel giorno l’affluenza fu dell’89,08%, circa 25 milioni di italiani si recarono ai seggi e lo fecero con lo stile di Marisa Rodano che nelle sue parole definisce innanzitutto come quella giornata fu allegra e di grande soddisfazione. Andare a votare per fondare la nostra Repubblica ed eleggere l’Assemblea Costituente è innanzitutto motivo di gioia, per l’appunto di festa. Quanti oggi vanno a votare con allegria e soddisfazione? Bene ha fatto nel 2001 Carlo Azeglio Ciampi a ripristinare e a ridare valore a questa Festa, la festa di tutti noi italiani.

In questa ricorrenza a Rho è ormai da anni l’occasione anche per il conferimento delle “onorificenze civiche” a persone, associazioni e istituzioni che si sono particolarmente distinte in vari campi e che hanno contribuito a rendere migliore la nostra città, a farla crescere e conoscere spesso anche all’estero. Con queste onorificenze la Città di Rho vuole riconoscere i loro meriti ed i loro talenti e ringraziarli per quanto fatto per la nostra bella Città. Perché tutti e non solo le istituzioni, devono sentirsi impegnati nella costruzione del bene comune. Quando vengono le scuole in visita nel nostro Municipio indosso sempre la fascia che porto anche questa sera. Su questa fascia c’è non solo lo stemma del comune di Rho, ma anche lo stemma della nostra Repubblica Italiana. Racconto loro sempre l’importanza di questo simbolo e di quanto sia importante in qualsiasi scelta faranno nella propria vita di dare il massimo e il meglio di se stessi, perché se ciascuno farà bene il proprio dovere, allora faremo del bene alla nostra Repubblica. Questo spirito è quello che ritrovo nelle persone a cui conferiamo questa sera l’onorificenza civica. Un vero motivo di orgoglio per la nostra città.
Lasciatemi citare solo un’onorificenza data nel 2010 al maestro Luigi Toja, di cui proprio da domani a domenica la Città onorerà il suo ricordo con un ricco programma di eventi. Persone come lui hanno dato davvero lustro alla nostra città e portato il nome della nostra città nel mondo.

Concludo il mio intervento con un sogno, quello di trarre dal racconto del 2 giugno 1946 di Marisa Rodano e dall’esempio che ci viene dato da tutti coloro a cui conferiamo l’onorificenza civica, davvero la gioia e la bellezza di costruire ogni giorno, insieme, una comunità sempre più bella, esercitando con soddisfazione i nostri diritti, come quello del voto, e i nostri doveri, come l’esempio dei premiati, per costruire e dare un futuro sempre migliore alla nostra Repubblica e a tutti noi italiani e rhodensi di oggi e di domani.

Viva La Repubblica, viva l’Italia, via Rho, viva il 2 giugno!



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Ultimo aggiornamento pagina: 07.06.2022 10:24:10

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